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27 Settembre 2018

Focus prezzi energetici

Vogliamo concentrare l’attenzione sul forte aumento dei prezzi energetici che si sta registrando da agosto ad oggi in tutta Europa.

Lo scenario continua ad essere complicato: corre il prezzo del petrolio, corre il prezzo dell’energia elettrica, corre il prezzo del gas che, in Europa, continua a stabilire record considerando che è ai massimi da 10 anni su molti hub europei, corre il prezzo del carbone, corre il prezzo della Co2.

Il valore così elevato del petrolio è legato di certo ad una serie di fattori congiunturali: gli uragani negli Stati Uniti ad esempio ma anche e soprattutto l’avvicinarsi delle sanzioni americane all’Iran oltre che il dimezzamento della produzione venezuelana sono cause di una forte riduzione delle forniture di petrolio. Soddisfare la domanda di petrolio potrebbe diventare molto difficile anche se Arabia Saudita e Russia, assecondando le richieste degli USA, hanno promesso un incremento della loro produzione petrolifera giornaliera. Un altro elemento, più psicologico ma non per questo meno realista e da non sottovalutare, è il diffuso convincimento, che registriamo in questi giorni, di un costante effetto rialzista che porterebbe il petrolio a quota 100 dollari anche se per alcuni analisti citati dalla Bloomberg tuttavia è difficile.

L’andamento del prezzo del gas è legato a stretto giro a quello del petrolio se si considera che i contratti per il gas indicizzati al petrolio sono ovviamente anche influenzati dal trend del prezzo del petrolio stesso. L’aspetto da tener presente è che con il gas oltre al riscaldamento in Italia si ottiene anche il 34% dell’energia elettrica nazionale già limitata dalla riduzione dell’import dalla Francia per le manutenzioni alle centrali nucleari. Ecco spiegato perchè l’Italia punta a diventare un hub europeo del gas: si avrebbe più gas di quello che occorre ed a un prezzo più basso.

Altro elemento alla recente ribalta in tutto il mondo è il costo dei titoli delle emissioni di Co2: praticamente il costo del “diritto ad inquinare”: i prezzi sono quadruplicati nel giro di un anno e si è arrivati a livelli di prezzo che non si vedevano da oltre 10 anni. Dopo di che l’Unione Europea ne ha ridotto il numero in circolazione e una pattuglia di hedge funds tra cui Citadel, Five Rings Capital, Squarepoint e Northlander Advisors hanno iniziato a speculare comprandone in continuazione in vista di una successiva vendita con guadagno.

Concludendo: la volatilità sui mercati è alta e, considerando anche la situazione geopolitica internazionale, tutto può cambiare da un momento all’altro.

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