La commissione europea ha presentato al Parlamento europeo, riunito in plenaria a Strasburgo, il piano finanziario per attuare gli obiettivi dell’European Green Deal chiarendo come si intende procedere nella distribuzione dei fondi, a quali regioni saranno destinati e le cifre messe a disposizione per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Prima tappa fondamentale è il 2030: l’obiettivo dell’Ue è di ridurre le emissioni dei gas serra del 40% entro tale data rispetto ai livelli del 1990. È necessario, quindi, abbandonare le fonti fossili e incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili oltre che promuovere un’economia circolare. Questa transizione non è solo energetica ma anche sociale perché comporterà in alcune regioni più dipendenti dal carbone e dalle fonti fossili una vera rivoluzione.
Per accelerare la transizione verde in tutti i Paesi, l’Ue ha individuato la necessità di fornire agli Stati membri gli strumenti finanziari e legislativi. A Strasburgo la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha presentato il primo tassello del Piano verde: il Just Transition Fund (Fondo per una transizione equa) da 7,5 miliardi per il periodo 2021-2027 e il Piano di investimenti per un’Europa sostenibile che punta a mobilitare attraverso il Just Transition Mechanism 100 miliardi nello stesso arco di tempo (complessivamente mille miliardi in dieci anni).
Il Jtf – la cui proposta sarà oggetto di un iter legislativo – è stato ideato per accelerare la transizione green e insieme ridurne l’impatto sociale, sarà, quindi, accessibile a tutti gli Stati membri, cui spetterà il compito di individuare le aree che ne avranno bisogno in coordinamento con la Commissione. Per indentificare le aree che avranno diritto agli aiuti la Commissione ha individuato 5 criteri: la presenza di emissioni nocive, l’occupazione nei settori del carbone e della lignite, la produzione di torba o di scisti bituminosi. Alcuni fattori correttivi verranno presi in conto, come per esempio la relativa prosperità dei singoli paesi membri.
Il fondo è progettato per convincere i Paesi dipendenti dal carbone come la Polonia ad abbracciare il Green Deal, aiutandoli a superare i costi finanziari e sociali necessari ad allontanarsi dai combustibili fossili. Varsavia non è ancora pienamente convinta del piano, in quanto ritiene che i sistemi energetici e l’economia polacca siano ancora troppo dipendenti dal carbone e dalla lignite per riuscire a raggiungere gli obiettivi così come definiti dall’Ue nei tempi prefissati.