La recente normativa europea sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD) finalmente è stata recepita anche in Italia tramite il DL 125 del 6 settembre 2024.
Il Decreto prevede l’estensione dell’obbligo di pubblicare a partire dal 2026 la rendicontazione di sostenibilità a tutte le grandi imprese (che superino due dei tre criteri dimensionali: più di 250 dipendenti; stato patrimoniale > € 25 milioni; ricavi netti > € 50 milioni di euro) e a tutte le società quotate in mercati regolamentati (comprese le PMI, ma escluse le microimprese).
Uno dei punti più importanti riguarda l’estensione del report di sostenibilità alle informazioni provenienti dalla catena del valore dell’impresa obbligata.
Cosa significa per la tua azienda?
Se sei un'azienda che rientra nell'obbligo inizia da subito a costruire la tua reputazione di azienda sostenibile.
Se sei un PMI probabilmente ricadi come fornitore nella catena del valore di un'azienda obbligata, ed è quindi necessario che anche tu ti muova per tempo per prevenire... !
Cosa viene chiesto?
Le informazioni che le imprese sono chiamate a fornire, sono in sintesi:
• modello di business e strategia, resilienza degli stessi ai rischi e opportunità connesse alle questioni di sostenibilità;
• piani (di azioni, finanziari e di investimento) per garantire che il modello e la strategia siano compatibili con la transizione green, con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5°C, con l’obiettivo di neutralità climatica al 2050, nonché, se del caso, l’esposizione dell'impresa ad attività connesse a carbone, petrolio e gas;
• modalità con cui tengono conto degli interessi degli stakeholder nella strategia dell’impresa sulle questioni di sostenibilità;
• obiettivi di sostenibilità fissati e progressi compiuti, compresi obiettivi assoluti di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra;
• ruolo del board e del management rispetto ai fattori di sostenibilità (competenze, sistemi di incentivazione); processi di due diligence implementati relativi a tali fattori;
• gli impatti negativi dell’impresa e della sua catena del valore, azioni per prevenire, attenuare, rimediare a tali impatti e i risultati di tali azioni;
• i principali rischi per l’impresa connessi a questioni di sostenibilità e le modalità di gestione degli stessi;
• metodologie utilizzate per ricavare le informazioni contenute nel report.
Una novità del report di sostenibilità (che dovrà essere redatto in conformità agli standard adottati dalla Commissione Europea) consiste nella previsione del principio della cosiddetta doppia materialità, per cui le imprese dovranno riportare le informazioni necessarie a comprendere come le questioni di sostenibilità incidano sulle loro attività (materialità finanziaria), e come queste ultime incidano a loro volta su persone e ambiente (materialità d’impatto).
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