I tempi sembrano essere proprio cambiati: l’Opec+, durante la riunione di martedì scorso (durata poco più di mezz'ora) ha confermato l’impegno preso ad aprile di ridurre gradualmente i tagli alla produzione decisi lo scorso anno e di reimmettere gradualmente sul mercato circa 2 milioni di barili al giorno, a un ritmo determinato in base alle condizioni di mercato.
Dopo la riunione, il Wti ha registrato un rialzo del +3,7% e il Brent del +2,5%.
Gli aspetti analizzati durante il vertice, tra i più veloci della storia, sono stati la ripresa economica in atto, la previsione del conseguente calo delle scorte nella seconda metà dell’anno e il raggiungimento di un accordo Usa-Iran per rimuovere le sanzioni reintrodotte su Teheran. Su questo versante, l'Iran riverserebbe sul mercato 4 milioni di barili al giorno contro gli attuali 2. I tempi per la definizione dell'accordo sarebbero però lunghi e questo permetterebbe di recuperare il ritardo della domanda e limitare l’impatto che si avrebbe sul mercato da un’evoluzione simile.
Le quotazioni del petrolio dall'inizio del 2021 sono salite di oltre +30%, ma Bank of America, facendo riferimento all’entusiasmo dei trader, stima prezzi ancora in maggior rialzo oltre i 100$, un livello che l’ultima volta è stato toccato nel 2014. Gli analisti di JP Morgan hanno fatto notare che, nella penultima settimana di maggio dopo la pubblicazione dei dati relativi all’inflazione Usa, le scommesse rialziste su prezzi del petrolio oltre quota $100 nel dicembre del 2021, relative al contratto del Brent, hanno continuato a salire in modo significativo, nonostante ciò, l’outlook di JP Morgan è di un Brent attorno a 74$ al barile alla fine del 2021.