Analizzando questo periodo si possono individuare due tendenze ben distinte ma legate a doppio giro:
- la lieve flessione delle quotazioni a spot del gas europeo
- le resistenze sulle quotazioni a termine del prezzo dell'energia elettrica
Gli elementi da indagare.
Il clima è sicuramente uno degli aspetti che va analizzato per primo: quest’ultimo periodo è di certo stato caratterizzato da una generale mitezza (l’anno scorso si registravano nello stesso periodo temperature gelide a causa della perturbazione "Burian") e dall’assenza di consistenti precipitazioni nevose. Conseguentemente, da un lato, le riserve idriche hanno registrato una riduzione: la produzione idroelettrica vincolata infatti non è riuscita a risalire al di sopra dei 2 GW e solo le eventuali precipitazioni future potrebbero consentire alla produzione idroelettrica di registrare una ripresa; dall’altro lato, invece, le produzioni eolica e solare hanno evidenziato un aumento.
Da sottolineare la linearità derivante dalla correlazione tra CO2 e quotazioni energia in Italia che è arrivata quasi a 1. Il mercato della CO2 è un mercato volontario soggetto a speculazione come tutti quei mercati dove c’è molta volatilità e poca liquidità. C’è comunque una sensibile incertezza su quale trend potrà prendere la CO2 perché le centrali elettriche inglesi, se non verrà posticipata la data della Brexit (29/03), rilasceranno significative quote di certificati acquistati in passato.
La disponibilità delle centrali nucleari francesi non ha evidenziato variazioni di rilievo e probabilmente rimarrà attestata allo stesso livello fino all’inizio dei fermi per interventi di manutenzione programmata previsti per metà marzo. Al momento quindi non abbiamo sentore che nell’inverno in corso si possa assistere ad un ulteriore periodo di marcato restringimento del mercato francese.