La Commissione Europea, a seguito della valutazione dei 28 piani nazionali per l’energia e il clima con obiettivo 2030, pur apprezzando l'impegno fattivo dei Paesi, richiede una maggior ambizione verso l'impatto climatico zero.
Le proposte di Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNEC) per il periodo 2021-2030 presentate dai vari Paesi dell’Unione, non sono state ritenute sufficienti, infatti, dalla Commissione che ha pubblicato delle raccomandazioni per raggiungere i target climatici per il 2030 definiti con l’accordo di Parigi e la transizione verso un'economia a impatto climatico zero entro il 2050, attraverso un maggior ricorso alle fonti rinnovabili e all'efficienza energetica.
Le raccomandazioni inviate ai singoli Paesi evidenziano gli aspetti da migliorare dei PNEC con scadenza di fine anno per la presentazione dei piani definitivi.
LE RACCOMANDAZIONI INVIATE ALL’ITALIA
La Commissione chiede che il nostro Paese intervenga per sostenere la quota del 30% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030, aumentare il livello di ambizione per le fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento e del raffrescamento, migliorare le misure per conseguire l'obiettivo nel settore dei trasporti.
Inoltre, si chiede all'Italia di ridurre la complessità e l'incertezza normativa, di precisare i quadri favorevoli all'autoconsumo di energia da fonti rinnovabili e alle comunità di energia rinnovabile.
Per quanto riguarda l'efficienza energetica il Piano dovrebbe garantire risparmi adeguati anche nel periodo 2021-2030.
La Commissione chiede di chiarire se la misura del "previsto sviluppo nel settore del gas sia compatibile con gli obiettivi di decarbonizzazione dichiarati e con il programmato abbandono graduale degli impianti termoelettrici a carbone".
A questo proposito Luca Iacoboni – responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace Italia – dichiara che la centralità data al gas nel piano presentato dall’Italia è in contraddizione con gli obiettivi di decarbonizzazione, ovvero la riduzione della CO2.
Si richiede poi all’Italia di precisare gli obiettivi nazionali e di finanziamento per la ricerca, l'innovazione e la competitività da raggiungere nel periodo 2021-2030, di svolgere consultazioni con i paesi limitrofi per approfondire e integrare meglio l'aspetto della transizione, di chiarire le misure previste su società, occupazione, competenze e distribuzione del reddito, anche nelle regioni industriali e ad alta intensità di carbonio.